
Chi visita il Salento nei mesi estivi si accorge subito che, oltre alle spiagge da sogno e ai borghi di pietra dorata, c’è un’anima profonda che batte forte al ritmo dei tamburelli. È il cuore del folklore salentino, che esplode tra luglio e settembre in un susseguirsi di feste popolari, riti antichi, danze collettive e notti illuminate dal fuoco e dalla musica. Il momento culminante? Senza dubbio la Notte della Taranta, evento simbolo di un’identità che non smette mai di affascinare.
Ma il Salento è molto più di un grande concerto a cielo aperto: è un mosaico di tradizioni che, da Lecce ai piccoli paesi dell’entroterra, raccontano storie di comunità, di fede e di festa.
Ogni anno, tra la metà di agosto e la fine del mese, il Salento si prepara ad accogliere una delle manifestazioni culturali più attese d’Italia: la Notte della Taranta. Nata nel 1998, è cresciuta fino a diventare un evento che richiama centinaia di migliaia di spettatori da tutto il mondo.
Il cuore pulsante è il concertone finale a Melpignano, un piccolo borgo a pochi chilometri da Lecce, dove la musica della tradizione incontra suoni contemporanei, ospiti internazionali, contaminazioni rock, jazz ed elettroniche. A dirigere ogni edizione c’è un Maestro Concertatore diverso, che reinterpreta i canti popolari salentini in chiave moderna, mantenendone però intatta l’essenza.
Il protagonista indiscusso è il ritmo ipnotico della pizzica, la danza che un tempo si diceva capace di guarire le donne “morso” dalla taranta, simbolo di un dolore che diventava liberazione attraverso il ballo.
Per chi arriva a Lecce o nelle vicinanze in estate, partecipare anche a una sola tappa del Festival itinerante della Taranta, che tocca decine di paesi salentini, è un’esperienza da non perdere. Si balla, si canta, si mangia insieme nelle piazze, in un clima autentico e contagioso.
Se la Notte della Taranta è il volto più mediatico del folklore salentino, le feste patronali rappresentano il legame più profondo con la spiritualità e la cultura del territorio. In ogni paese, la celebrazione del santo patrono è un evento atteso tutto l’anno, che coinvolge l’intera comunità.
A fare da protagoniste sono le spettacolari luminarie, vere e proprie architetture di luce che trasformano le strade in tunnel incantati. La sera, accompagnate dalla musica delle bande musicali, le luci si accendono come in un rito collettivo, evocando un senso di meraviglia che conquista grandi e piccoli.
Tra le feste più suggestive c’è quella in onore di Sant’Oronzo a Lecce, che a fine agosto anima il centro storico con processioni, fuochi d’artificio e concerti. Ma ogni borgo ha la sua ricorrenza, le sue tradizioni culinarie e i suoi momenti simbolici, che raccontano la forza di un’identità ancora viva.
In Salento, la festa è anche un’occasione per celebrare il cibo, con sagre che uniscono convivialità, gusto e memoria. Dalla sagra della puccia alla festa della municeddha (le lumache), ogni evento è un viaggio nei sapori del passato, tra piatti semplici e genuini serviti nelle piazze, spesso accompagnati da musica dal vivo e danze tradizionali.
Accanto alle sagre, sopravvivono ancora antichi riti contadini come il falò di Sant’Antonio o le focare di San Giuseppe, grandi fuochi che, accesi nelle piazze o nelle campagne, segnano il passaggio tra stagioni e celebrano il ciclo della vita, con gesti tramandati da generazioni.
Chi sceglie di soggiornare a Lecce o nei dintorni durante l’estate ha l’opportunità unica di vivere tutto questo non da spettatore, ma da parte attiva. Il folklore qui non è mai una messa in scena: è vita quotidiana, identità condivisa, emozione sincera. E partecipare a una festa di paese, assistere a un concerto di pizzica improvvisato in una piazza, gustare un piatto tipico servito su una tovaglia di carta, è forse il modo più autentico per entrare in contatto con l’anima del Salento.
Nel cuore della notte o sotto il sole cocente, tra tamburelli che scandiscono il tempo e volti sorridenti che invitano alla danza, il folklore salentino accoglie ogni visitatore con una promessa: quella di sentirsi parte di qualcosa che non si dimentica.
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